Elogio della normalità
L’aula del Liceo Scientifico di Partinico è stata intestata a Maria Grazia Alotta. Non si tratta di un’eroina, di una persona che si è distinta per avere fatto qualcosa di speciale, di un’eccezione. Le sue caratteristiche sono state la l’attaccamento al suo lavoro di segretaria scolastica, la sua precisione e puntigliosità, la puntualità, la professionalità. Cioè la “normalità”, quella che dovrebbe essere la caratteristica di ogni essere umano, oltre che di ogni lavoratore, ma che, in un’Italia di furbi, di tangentari, di corrotti, di ignoranti, diventa “straordinarietà”, perché chi fa il suo dovere è considerato un idealista, un illuso, uno stupido. Siamo all’opposto di quel Santi Savarino, cui è intestato il Liceo, che fu prima fascista, tra coloro che appoggiarono le leggi razziali di Mussolini, poi democristiano di destra, diventato senatore con i voti del mafioso Frank Coppola, con il quale intavolò una corrispondenza, oggi agli atti della Commissione Antimafia, e infine tornato fascista, candidandosi nel MSI, ma senza essere rieletto. Probabilmente, se gli si deve dare una nota di merito, è quella di essere stato un bravo giornalista, ma comunque un giornalista “di regime”. Ecco, la scuola, ricordando una persona che l’ha servita e che, nella sua “normalità “ è riuscita ad essere anche una buona madre di famiglia, non poteva dare a chi la frequenta un esempio migliore di come ci si rapporta con la vita.