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Il sindaco leghista cancella la targa dedicata a Peppino Impastato.
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A volte salta la penna dal foglio e con lei anche la calma. La notizia arriva alle 13 in redazione. Il sindaco leghista della nuova amministrazione del Comune di Ponteranica, in provincia di Bergamo, ha rimosso dalla biblioteca la targa dedicata alla memoria di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia nel 1978, che era stata messa solo lo scorso anno.
Per arrivare alla verità sull'omicidio di Impastato ci sono voluti anni dopo il depistaggio e le manovre per farlo morire da suicida pazzo. Invece, Peppino fu ucciso dalla mafia per la sua attività, il suo impegno quotidiano. Giornalista, militante di democrazia proletaria, capace negli anni '70 di irridere il potere mafioso che albergava nella sua casa, di condannare la guerra, di denunciare comitati di affare, abusivismo edilizio e il rapporto tra politica e cosa nostra.
Ora arriva il sindaco Cristiano Aldegani (che aveva anche tentato di agire con procedura d'urgenza ma era stato stoppato dalla prefettura) che elimina la dedica al giovane siciliano per sostituirla, nel frattempo, con la semplice scritta 'Biblioteca comunale di Ponteranica'. Nei giorni scorsi la notizia era arrivata all'associazione Libera e all'associazione 'Peppino Impastato' che con l'Arci di Bergamo si erano appellate ad Aldegani mandandogli una lettera per chiedergli un incontro al quale avrebbe partecipato il fratello di Peppino Impastato per cercare di fargli cambiare idea, informandolo anche della loro 'ferma determinazione a porre in campo tutte le iniziative di tutela della memoria di Peppino'. Ma il sindaco e' andato avanti per la sua strada.
Questo è il paese Italia dove la memoria diventa mercinomio, dove la lotta alla mafia si fa a parole, dove i martiri vengono dileggiati, cancellandoli. Questa è la cultura politica della Lega e della classe di governo. Dopo la battaglia sull'areoporto di Comiso, dedicato a Pio La Torre, si apre un nuovo fronte. Per la verità, per la memoria.
di Nello Trocchia - Articolo 21
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Ci sono 6 commenti sulla notizia
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----- Original Message -----
From: Gaspare e Judith
To: giovanni impastato
Sent: Friday, September 11, 2009 5:53 PM
Subject: Itis paleocapa per Peppino Impastato
Egregio Direttore,
Nella bergamasca non ci sono solo sindaci leghisti come Aldegani di Ponteranica che ha deciso di rimuovere la targa di Peppino Impastato dalla biblioteca. In questi ultimi anni è cresciuita una coscienza civile che finalmente riconosce il cancro-mafia non più legato a certe regioni bensì problema nazionale ed internazionale.
Come ITIS "Paleocapa" di Bergamo, da anni lavoriamo su questi temi. In particolare, per Peppino, abbiamo più volte avuto nella nostra scuola Giovanni, il fratello, con la moglie Felicia a parlare di legalità e lotta alla mafia. Il prossimo incontro è previsto per il 26 di settembre, dove Giovanni, intervistato dal sottoscritto, ci parlerà del suo libro appena uscito "Resistere alla Mafia". E a Novembre Lucia Sardo (mamma di Peppino ne "I cento passi") sarà nel nostro istituto con "La madre dei ragazzi")
Più volte, con centinaia di studenti, siamo andati a Palermo per incontrare Rita Borsellino, gli amici di "Casa Memoria" di Cinisi, a seguire incontri e seminari. Non semplici gite ma veri Viaggi d'Istruzione: sempre presente il nostro preside ing. Michele Nicastri.
E per tener viva la memoria di chi, lottando contro la mafia, ci ha lasciato la vita, per Peppino Impastato abbiamo anche piantato un gelso nel giardino della nostra scuola. Con tanto di targhetta che nessuno riuscirà mai a rimuovere.
prof. Gaspare D'Angelo
referente "Educazione alla Legalità"
Itis "Paleocapa", Bergamo
035 31 47 49 338 5213292
p.s Allego mia poesia. Chi vuole può andare su youtube e digitare il mio nome per sentire "Falcone e le ali" recitata davanti al procuratore nazionale antimafia Grasso
Cento Passi
Io c’ero…
quel nove maggio del settant’otto,
e dai 98.800, a Palermo,
ne udimmo il botto.
Io c’ero…
quando la meglio gioventù arrivò a Cinisi,
sullo stesso binario dove…
fu massacrato.
Noi c’eravamo…
quando sfilammo
dietro lo striscione
“La mafia uccide, il vostro silenzio pure”.
E come potevamo non esserci…
quando muti urlammo la nostra rabbia
tra quei cento passi che dividevano
la casa di Tano Seduto da quella degli Impastato.
E come potevamo non esserci…
quando, davanti a quella casa,
Felicia ci accolse
con sguardo di pietra e pugno chiuso.
Io c’ero…
ventidue anni dopo, al Capitol,
quel sabato pomeriggio quando…
assieme alle immagini, scorrevano le lacrime.
Io c’ero…
a Cinisi, quando i miei bambini
vollero contare i passi ma,
erano duecento
e non gli tornavano i conti.
E anche se non c’ero, come potevamo non esserci…
quel sette dicembre quando Felicia
per sempre è partita
ed in pochi a Cinisi l’hanno salutata.
Io c’ero…
lo scorso settembre quando da Bergamo,
Antonio chiamò Giovanni,
per dirgli che avremmo raccolto cinque euro a testa.
Noi c’eravamo…
e così per mille volte
dicemmo a quell’avvocato,
ciò che Giovanni gli disse in tv.
E come potevamo non esserci noi che…
“Col coraggio e le idee di Peppino continuiamo”.
Le Cartoline poetiche di Gaspare D’Angelo
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