- Lettera Aperta al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
- Al mio vecchio compagno di scuola dei tempi del Liceo, nonché attuale
responsabile di Confindustria Sicilia Centrale, Marco Venturi.
Cos'è l' ISEDA?
Gli abitanti della provincia di Agrigento, ma anche in giro per l’Italia, conoscono benissimo questa società che, nella maniera più assoluta, non osiamo posizionarla tra quelle aziende appartenenti ad una sorta di romanesco mondo di mezzo, in versione pirandelliana.
Non sappiamo, al di là della nostra atavica cultura del sospetto, se anche nell’Agrigentino esiste quella zona grigia, perennemente indaffarata nelle molteplici gestioni illegali di tutti quanti i lavori ed i servizi pubblici e privati, quali acqua, rifiuti, immigrati, e quant’altro costituisce il core business di mafiosi, affaristi, sedicenti imprenditori e politici corrotti; così come si è scoperto a Roma, con Mafia Capitale.
L' ISEDA, assieme ad altre aziende dell’Agrigentino si occupa di rifiuti.
Da anni ha ricevuto e continua a ricevere, del tutto illegittimamente, affidamenti diretti senza gara, per svariate centinaia di milioni di euro.
Affidamenti ottenuti prima dagli ATO rifiuti ed adesso direttamente dai comuni.
Centinaia di milioni di euro garantiti oltre che alla società ISEDA, anche al vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro il quale, tra l'altro, momentaneamente si ritrova la sua megadiscarica privata di Siculiana sotto inchiesta per truffa, falso, abusi vari e reati ambientali.
A collaborare con gli sponsor di Zaccaria e Ravanà nella gestione diretta, senza gara, dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti, tra gli affidatari, figura anche il compare d’anello di Angelino Alfano, Sergio Vella, con la sua SEAP.
Ebbene, queste società, ISEDA, SEAP ed un’altra che prima si chiamava SAP ed oggi è denominata SEA, in un qualche modo si sono serviti di numerosi, sedicenti giornalisti, per curare la loro immagine, un po’ compromessa a causa di una scellerata gestione del ciclo dei rifiuti che, in Sicilia, non dal sottoscritto, ma dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla gestione dei rifiuti, presieduta dall’avv. Gaetano Pecorella, già a partire dal 2010 è stato definito testualmente ‘un non ciclo per delinquere’ caratterizzato da ‘una disfunzione ben organizzata’.
E taluni maligni, dal giornalista Pietrangelo Buttafuoco, all’ex assessore regionale, il magistrato Nicolò Marino, quale regista delle operazioni tese a garantire questo caos burocratico e gestionale che è sfociato in delle palesi illegalità, del valore di qualche miliardo di euro, hanno individuato Giuseppe Catanzaro, vicepresidente di Confindustria Sicilia.
Il Catanzaro si è avvalso, ovviamente, dell’appoggio di un altro autorevole garante dei suoi affari, per così dire industriali, attualmente sotto inchiesta per mafia e bersagliato, da qualche settimana, dalle denunce dell’ex assessore regionale, ed ex vicepresidente, sempre di Confindustria Sicilia, Marco Venturi, l’immarcescibile Antonello Montante. Il Venturi, proprio nel corso di queste settimane, ha avuto la sua brava ribalta mediatica soprattutto su RAI TRE REGIONE, oltre che su La repubblica, a seguito del suo pellegrinaggio a Roma, alla ricerca del presidente nazionale di Confindustria, Giorgio Squinzi, al quale avrebbe voluto dire peste e corna su Montante, e non sappiamo cosa avrebbe potuto aggiungere anche sugli altri suoi due ormai ex compagni di SQUADRA, il vice di Squinzi, Ivan Lo Bello, ed il vice di Montante, Giuseppe Catanzaro.
Ma Squinzi non l’ha ricevuto ed ha riconfermato la fiducia all’ indagato per mafia, Antonello Montante che conserva così tutte le sue cariche di presidente di Confindustria Sicilia, delegato per la legalità, componente dell’Agenzia per la gestione dei beni confiscati alla mafia e chi più ne ha, più ne metta! Alla faccia del codice etico di Confindustria che, per i nemici si applica e per gli amici si interpreta.
E così la spedizione romana di Venturi si è trasformata in una sorta di umiliazione che lo ha fatto schiumare dalla rabbia, al punto tale di mandare a quel paese, il suo presidente nazionale.
Povero Venturi!
Caro Venturi, mio ex compagno di scuola, si stava meglio quando frequentavamo la stessa classe del Liceo Scientifico di Canicattì, ricordi! Dove eri quando eri ancora assessore regionale, per volere di Montante e Catanzaro ed io da sindaco di Racalmuto ti cercavo disperatamente per illustrarti ciò che avevo scritto e ciò che avevo fatto, da sindaco di Racalmuto contro alcune ben individuate aziende, per così dire ‘monnezzare e acquaiole’ da me segnalate alle varie Procure, oltre che alle varie Autority Nazionali e recentemente anche alla Commissione Parlamentare Nazionale Bicamerale ieri presieduta da Gaetano Pecorella ed oggi dall'on. Alessandro Bratti e che da un decennio si sta occupando dell'illegale gestione dei rifiuti in Sicilia.
Quante era bella allora l’avventura, caro mio Venturi, senza ieri ne domani, avevate tutto il mondo fra le mani ed una gran voglia di fare affari.
Verrebbe da dirti, compagno di scuola, compagno di niente ti sei salvato dal fumo delle barricate o sei entrato in banca pure tu?
Ed anche le banche le conoscete bene, mentre le vostre barricate sono fatte di montagne di rifiuti che adesso rischiano di seppellire le valorose gesta all’interno del vostro feudo personale: la Sicilia, ieri con Lombardo, oggi con Crocetta, voi ci siete stati sempre.
Nulla è sfuggito al vostro asfissiante controllo del territorio che solo adesso sta per essere esplorato dalla Magistratura che deve persino fare i conti con sé stessa, a causa del vostro pervasivo potere di penetrazione istituzionale.
La vostra vera o presunta antimafia, si è scoperto che è fatta anche e soprattutto da lauti incarichi milionari, di beni, più o meno giustamente e correttamente confiscati alla mafia, oltre che di munnizza, acqua e poco o niente di industrie, fatte fallire tutte quante a colpi di macete: un’inchiesta qua, un’inchiesta là, vi siete gonfiati fino a scoppiare ed a dilaniarvi tra di voi, certi del vostro potere quasi di-vino.
Profeti ed arcangeli dell’unico verbo che in voi si è fatto carne: l’antimafia degli affari, ed adesso del petrolio e delle trivelle, dell’energia, e della formazione professionale, e della sanità. Questo devi dire, non tanto a Squinzi, ma ai magistrati, mio caro Marco Venturi; e lo devi fare per il tuo ed il nostro bene, per il bene della Sicilia.
Come potrete benissimo verificare, prima che Venturi facesse scoppiare il caso Confindustria Sicilia, anzi un vero e proprio casino, riguardo all’equivoco ed oserei dire all’impostura di una certa antimafia di professione, né Il Giornale di Sicilia, né tanto meno La Sicilia od ancora RAI TRE REGIONE, né tanto meno talune testate locali prezzolate, hanno mai detto nulla di tutto questo!
E dire che gli avvisi di garanzia, che dico, gli arresti non sono mancati.
Quando hanno arrestato l’uomo antiracket ed antipizzo per eccellenza, Roberto Helg, pescato in flagranza di reato mentre intascava una tangente di 100 mila euro, tutti quanti a meravigliarsi.
E quando hanno recapitato un avviso di garanzia per mafia al presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante tutti quanti hanno fatto oh oh oh, non è possibile, non è vero!
Sapete cosa ha detto la settimana scorsa il Presidente della Regione Rosario Crocetta in occasione di una commemorazione in memoria del giudice Rosario Livatino a Caltanissetta ?
Che le indagini dei giudici della Procura di Caltanisetta su Montante sono fesserie, ed anche Squinzi, stanato da Venturi è stato costretto a confermare la stessa cosa: sono fesserie.
Bel modo, da parte di un Presidente Nazionale di Confidustria e di un Presidente della Regione di liquidare il caso Montante.
Mi sembra più uno schiaffo ai magistrati di Caltanissetta, o per meglio dire una sorta di Montante (Antonello se preferite!) sferrato sotto il mento dei giudici che stanno indagando sugli affari di Confindustria Sicilia ed un modo improvvido, per non dire altro, di interferire in delle delicate indagini ancora in corso.
Venturi, ma che dice allora, farnetica, foddri è !
Non vogliamo che Marco faccia la fine del primo pentito di mafia, quel Leonardo Vitale che, negli anni Sessanta, quando si negava ancora l’esistenza della mafia ed il mio concittadino Leonardo Sciascia aveva appena scritto Il giorno della civetta (si vede che anche allora qualcuno non era pratico di buone letture) anche di Vitale dissero: foddri è e lo ricoverarono in un ospedale psichiatrico.
E poi, negli anni Ottanta, quando uscì dal manicomio e si scoprì finalmente che non era folle, lo ammazzarono!
Caro Presidente Squinzi, caro presidente Crocetta, della Magistratura allora che ne facciamo?
Dobbiamo dire ancora, meno male che c’è?
Si o no!
O per voi va bene se indaga solo sugli altri e non sui vostri sodali o vicini di banco ed allora tutto vabbé ?
L’arresto di Helg non vale niente, l’indagine per mafia a carico di Montante altrettanto, l’inchiesta su 4 giudici, sedicenti antimafia per essersi arricchiti con i beni della mafia pure!
Ed allora ?
4 magistrati di Palermo, diconsi 4 magistrati, con la dott.sa Silvana Saguto in testa, sono sotto inchiesta per avere gestito semplicemente 40 miliardi di euro di beni confiscati alla mafia (l’equivalente cioè di almeno due manovre finanziarie dello Stato Italiano) e li hanno affidati, più o meno direttamente, ai propri figli, ai propri mariti od ai soliti noti.
L’avete capito o no?
Finora potevate dire: uocchiu ca nun vidi - cori ca nun doli!
Nessuno dice niente anche su questo!
Ed adesso?
Mi rivolgo a questo punto, nuovamente, al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per ricordargli che a Palermo, nella sua città, stanno succedendo cose molto strane, se a questo aggiungiamo anche le illegali gestioni miliardarie dei rifiuti e dell’acqua che hanno la loro cabina di regia presso gli assessorati della Regione Sicilia, e cioè sempre a Palermo.
Presidente Mattarella, anche nella qualità di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, che fa, ce la da una mano d’aiuto a fare chiarezza su queste vicende che ci rendono la vita impossibile a tutti quanti i siciliani?
In altre occasioni già ho cercato di farle sapere queste cose nel suo sito istituzionale e Lei mi ha pure risposto, per interposta persona, che devo rivolgermi alla Magistratura; cosa che continuo a fare, grosso modo inutilmente, da almeno 5 anni a questa parte, subendo anche delle terribili conseguenze personali e familiari. Ma Lei che, in un qualche modo, non dico che è il capo della Magistratura, ma è sicuramente il garante del corretto funzionamento dell’Ordine Giudiziario, perché non se ne occupa personalmente Lei del caso Palermo? Anziché fare scendere al Tribunale di Palermo il suo vice, il vicepresidente del CSM, Giovanni Legnini, come è successo la settimana scorsa, per occuparsi dell’increscioso caso relativo ai presunti reati di concussione e corruzione ed altro, commessi da alcuni giudici della sua città.
Sicuramente lei di Palermo conosce donne, uomini e cose più e meglio di Legnini che è di Roccamontepiano che si trova in Abruzzo.
Io già le avevo riferito, non so se i suoi collaboratori l’hanno informata, che in Sicilia siamo costretti a pagare i servizi pubblici, quali acqua o rifiuti, il triplo della media nazionale, mentre i professionisti dell’antimafia degli affari sono affaccendati ad accaparrarsi i nostri beni, le nostre vite, se non paghiamo quanto loro ci chiedono del tutto ingiustamente.
Io mi sono rivolto a Lei perché in Lei ripongo la mia fiducia di padre di famiglia, di insegnante e di semplice cittadino.
La prego, se no per la disperazione rischiamo tutti quanti di diventare degli inguaribili qualunquisti.
Fino al punto di pensare che niente vale niente e che quello che dovrebbe essere un servizio reso ai cittadini, ossia l’amministrazione della giustizia, vale fino ad un certo punto e che le Procure ed i Tribunali, possono essere tranquillamente chiusi, non prima però, si spera almeno questo, di fare uscire dalle carceri i ladri di polli ed i colpevoli dei reati bagatellari.
O sempre e comunque bisogna essere forti con i deboli e deboli con i forti?
Non i singoli magistrati, ma la Giustizia, lo Stato di Diritto, vale solo per gli altri e non per gli sponsor politici del signor Crocetta, nonché per i membri siciliani più autorevoli della Confindustria di Squinzi ?
Vedremo.
Caro Marco Venturi, parla con il tuo vecchio compagno di scuola se vuoi, od anche Tu, rivolgiti al Presidente Mattarella, od al Presidente del Senato, anch’egli palermitano e che è la seconda più alta carica dello Stato e già magistrato, ed addirittura Procuratore Nazionale Antimafia.
Sfogati come del resto ho fatto io i questi ultimi lunghi anni riempiti spesso dalle mie inutili proteste, rimostranze e, fin qui, vane denunce.
Fallo, prima che sia troppo tardi!
Rendici partecipi, tu che hai vissuto dal di dentro, le dinamiche di quella che chiamavate la vostra SQUADRA della legalità e dell’antimafia.
Delucidaci su tutto, lascia stare, se a Squinzi non gli va di ascoltarti e preferisce Montante a Te; parlaci a cuore aperto delle vostre avventurose scorribande di quando qualcuno di voi diceva : noi non facciamo feriti!
Grazie per la Vostra Infinita Pazienza.
Da Racalmuto, il paese di Leonardo Sciascia, ossequi a Voi ed al Vostro Buon Cuore
Salvatore Petrotto
Ed adesso dalla prosa passiamo alla poesia...
Tutti gli industriali fanno oh! Che meraviglia, Venturi parla !
E Squinzi che fa? Lo manda a cagà!
Lui preferisce Antonello ed Ivan, son più affidabili, son formidabili!
Gli affari si fanno solo in silenzio, stai attento Venturi che ti licenzio!
E così Giorgio rispose a Marco, io non ti voglio e neanche di cerco.
Il viaggio a Roma a nulla è servito, Squinzi gli ha dato il ben servito!
Dai probiviri sarai giudicato, visto che troppo hai già parlato!
Basta un silenzio e sarai salvato!
Montante mafioso?
Ma non c'entra niente!
Sono solo sciocchezze messe in bocca alla gente.
La mafia è 'munnizza' e noi la smaltiamo.
Ci occupiamo di acqua e ve la rubiamo.
Confische di beni, incarichi e soldi, miliardi di euro facciamo a palate!
E quando qualcuno ci accusa di mafia, noi ci facciamo quattro risate!
La mafia è roba da poveri cristi e noi che facciamo?
La vendiamo ai turisti!
Noi la Sicilia l’abbiamo solo spogliato!
E questo, credete, non è mica un reato!
Con le denunce e le nostre accuse, alziamo sempre le nostre pretese.
E poco importa se sono vere
tutti ci cadono ormai come pere!
Basta un prefetto e due magistrati e di colpo cadono tutti i reati!
Altro che mafia caro Venturi!
In Sicilia solo noi siamo sicuri!
Sicuri sempre di farla franca
tra tante calunnie e miliardi in banca!