Sul finire del 72 Peppino si era avvicinato a “Lotta Continua”; la scelta sembrava quasi obbligata, per la fase di scioglimento che attraversavano allora tutti i gruppi marxisti-leninisti. Lotta Continua esercitava una forte capacità d’attrazione per tutti coloro che, come Peppino, avevano alle spalle forti esperienze politiche: non offriva severi rituali di militanza, prevedeva una linea d’assalto, ma era vicina ai problemi della gente e operava concretamente nel sociale. Lotta Continua si poneva come area di sintesi: la sua matrice libertaria, le capacità dialettiche e teoriche di Mauro Ristagno, gli attivi politici, la scelta di una serie di campi d’azione, dai “proletari in divisa”, alle lotte contadine per la casa, alla vigilanza antifascista, ai mercatini alternativi, al tema del lavoro nero degli edili, trovarono Peppino impegnato in primo piano, con l’entusiasmo che lo caratterizzava al momento dell’azione. Ma lasciamo il commento di questo periodo ai pochi appunti autobiografici di Peppino: “Mi trascinai in seguito, per qualche mese, in preda all’alcool, sino alla primavera del 72 (assassinio di Feltrinelli e campagna per le elezioni politiche anticipate). Aderii, con l’entusiasmo che mi ha sempre caratterizzato, alla proposta politica del gruppo del “Manifesto”: sentivo il bisogno di garanzie istituzionali, mi beccai soltanto la cocente delusione della sconfitta elettorale. Furono mesi di confusione e disimpegno, mi trovavo di fatto fuori dalla politica. Autunno 72. Inizia la sua attività il Circolo Ottobre a Palermo, vi aderisco e do il mio contributo. Mi avvicino a “Lotta Continua” nell’estate del 73, partecipo a quasi tutte le riunioni di “scuola quadri” dell’organizzazione, stringo sempre più rapporti con Ristagno: rappresenta per me un compagno che mi da garanzia e sicurezza: comincio ad aprirmi alle sue posizioni libertarie, mi avvicino alla problematica renudista. Si riparte con l’iniziativa politica a Cinisi, si apre una sede e si da luogo a quella meravigliosa, anche se molto parziale, esperienza di organizzazione degli edili. L’inverno è freddo, la mia disperazione è tiepida. Parto militare: è quel periodo, per altro molto breve, il termometro del mio stato emozionale: vivo 110 giorni in continuo stato di angoscia e in preda alla più incredibile mania di persecuzione”. A questo punto il breve memoriale di Peppino si Interrompe.
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