“FICTION”:
1)
Luigi Impastato non guidava e non possedeva una macchina;
2) La masseria dove si svolge la “manciata”
tra i mafiosi ha poco a che fare con la casa di Cesare Manzella,
che è una villetta più modesta nei pressi della
stazione ferroviaria di Cinisi. Si tratta di “Baglio Fico”,
sulla scorrimento veloce Partinico-Alcamo, una struttura settecentesca
di proprietà dei Turrisi Colonna, famiglia siciliana
di antica nobiltà. La scelta è stata decisa per
la grandezza della corte, onde consentire la scena in cui Cesare
Manzella fa guidare la macchina a Peppino.
3) Il cugino americano Anthony non esiste,
ed è altrettanto immaginaria sia la scena del suo matrimonio,
sia quella in America, sia quella della sua presenza ai funerali
di Luigi e a quelli di Peppino Impastato;
4) I comizi di Stefano Venuti difficilmente
erano così deserti come nel film;
5) E’ estremamente improbabile che un
mafioso del calibro di Cesare Manzella vada a polemizzare con
un suo nemico personale e politico nel corso di un comizio;
impossibile poi, se inquadrato nel tempo, il riferimento fatto
da Venuti alla terza pista, della quale si comincerà
a parlare solo dopo il 1965, ovvero qualche anno dopo la morte
di Cesare Manzella: La prima pista è stata costruita
a partire dal 1956 e allora Peppino aveva otto anni; quando
Manzella salta in aria, nel ‘63 a bordo della “sua”
Giulietta, Peppino ha 15 anni;
6) I quadri che appaiono non sono di Stefano
Venuti ma di un giovane pittore romano: Stefano aveva uno stile
completamente diverso, realistico e classico;
7) Le lotte per la terza pista appartengono
agli anni 67-68 e Stefano Venuti non partecipò a nessuna
delle manifestazioni;
8) Nessun ufficiale giudiziario si presentò
a comunicare il decreto di esproprio: la violenza e gli arbitri
di chi avrebbe dovuto rappresentare le istituzioni furono di
gran lunga più feroci e spietate di quanto non appaia
nel film.
9) Il maresciallo del film ha molti tratti
in comune con il maresciallo Panepinto, che comandò la
caserma dei carabinieri di Cinisi nei primi anni ’70,
ma è del tutto diverso dal maresciallo Travali, che gli
succedette e che, al momento della morte di Peppino trascurò
di indirizzare le indagini sulla pista della mafia;
10) Nessuno di noi finì in caserma dentro
il gabbione: fummo denunciati per organizzazione di manifestazione
non organizzata , processati e assolti perché il maresciallo,
disattendendo il relativo articolo di legge, non aveva fatto
precedere da tre squilli di tromba l’ordine di scioglimento
dell’adunata.
11) La pizzeria venne costruita da Luigi Impastato
nel 1977: prima esisteva solo un piccolo negozio di alimentari.
Pertanto l’affermazione di Luigi Impastato:” Vengono
in pizzeria… entrano in tre o quattro..” non è
esatta.
12) “L’IDEA SOCIALISTA”,
poi diventata solo “L’idea” non era certo
il bel giornale che si vede nel film: era un ciclostilato di
alcune pagine con disegni e vignette incisi sulla matrice, non
venne mai stampato in tipografia e soprattutto non era in vendita.
13) La metafora dei “cento passi”
è molto chiara: c’è una distanza così
breve che i mafiosi “alla fine ti sembrano come te”.
Personalmente preferisco interpetrarla come una distanza di
valori, come alfa-omega, dove Badalamenti è il punto
più lontano da Peppino, il minimo rispetto al massimo.
Non condivido l’affermazione che Umberto Santino continua
a ripetere, “Peppino non aveva bisogno di fare cento passi
perché la mafia ce l’aveva in casa” : tale
frase non vuol dire niente, perché Peppino non fa cento
passi per scoprire la mafia o per individuarla in Badalamenti:
chi sia suo padre egli lo sa benissimo: ” Non è
antico, Giovanni. E’ solo un mafioso”: pertanto
i cento passi sono un modo di dire a Giovanni quello che Peppino,
in qualche scena prima diceva a Salvo, ovvero che persone e
cose che ti stanno vicino diventano talmente parte della vita
che, prima o poi, si finisce con l’essere come loro o
con il ritenerle normali.
14) Peppino che si mette a ballare al circolo
“Musica e Cultura” non esiste: egli non sapeva ballare.
15) La mostra fotografica sullo scempio del
territorio venne esposta per la prima volta a Cinisi nel 1977
e, data la mancata autorizzazione all’occupazione del
suolo pubblico, venne portata a braccio per le vie del paese;
la seconda volta una mostra più documentata venne esposta
il 5-5-1978, tre giorni prima dell’omicidio di Peppino
: dal film sembra invece che la mostra appartenga alle prime
attività politiche di Peppino.
16) Il cane di cui Peppino e Vito registrano
la voce non è quello del sindaco, ma quello dell’on.
Pantofo.
17) L’inno nazionale di Mafiopoli, registrato
in “Onda Pazza” trasmessa il 7-4-78 non è
“Volare”, ma il rumore di uno sciacquone del water;
18) La scena in cui la madre di Peppino recita
Pasolini è bellissima, ma del tutto improbabile, dato
lo scarso livello di alfabetizzazione della sig.ra Felicia;
19) Al Circolo Musica e Cultura non si è
mai ballato;
20) La scena di Peppino che va a salutare il
padre tornato dall’America è bella, ma non reale;
21) “Voglio abbandonare la politica e
la vita” è una frase di una lettera ben più
lunga nella quale Peppino esprime la sua distanza con “i
personalisti” e con “i ricreativi che non creano
un cazzo”, insieme allo sconforto per il venir meno dell’impegno
politico di alcuni compagni nella lotta contro la mafia;
22) Peppino non sarebbe mai andato ad informare
Stefano Venuti della sua volontà di presentare una lista
di Democrazia Proletaria: malgrado il rispetto nei confronti
di questo personaggio, i rapporti con il PCI erano chiusi sin
dal 1968 ed erano diventati conflittuali dopo il 1974, anno
dell’ingresso del PCI in giunta con la DC a Cinisi;
23) “La cretina commedia” nella
sua parte iniziale è recitata, da Salvo.
24) L’incubo di Peppino, costruito cinematograficamente
in maniera tale da sembrare vero, va visto solo come tale: molti
hanno cercato di leggerlo come una sorta di “giustificazione”
o di autoreferenzialità di Badalamenti, quasi l’esibizione
del volto umano del mafioso, ma si tratta di un’interpetrazione
forzata improponibile, proprio perché incubo;
25) Luigi Impastato morì in un incidente,
investito di notte da una macchina: non è dimostrato
né dimostrabile che possa essere stato ucciso deliberatamente;
26) Badalamenti non aveva aiutato Luigi Impastato
a costruirsi una posizione o a realizzare la pizzeria: casomai
spesso era stato Luigi Impastato ad aiutare Badalamenti in momenti
di difficoltà;
27) Il discorso di Salvo alla radio, dopo la
morte di Peppino, fu pronunciato in altra occasione, per la
semplice ragione che , misteriosamente, quella mattina, a Radio
Aut, si trovò guasto il lineare del trasmettitore;
“REALTA’”:
1)
Cesare Manzella è cognato di Luigi Impastato, avendo
sposato sua sorella;
2) Il pittore Stefano Venuti è stato
uno dei fondatori della sezione del PCI di Cinisi e un antesignano
della lotta contro la mafia nel suo paese: per alcuni aspetti
si può considerare una sorta di “padre spirituale”
di Peppino;
3) Le curve sull’autostrada Palermo-Mazara
del Vallo ne allungano il percorso di alcuni chilometri e sono
state volute proprio per risparmiare i terreni di alcuni mafiosi;
4) Le cariche della polizia a Punta Raisi furono
violente e le ruspe minacciarono di passare sui dimostranti:
Salvo e Peppino erano in prima fila;
5) Peppino venne realmente “buttato fuori
di casa” dal padre;
6) Giovanni Impastato e Felicia si sono poi
sposati;
7) I locali della Comune hippie sono stati
ricostruiti presso la bellissima Torre Alba, e non nell’originaria
Villa Fassini, ormai in totale degrado;
8) La ragazza hippie che viene a cercare Peppino
alla radio vorrebbe rappresentare l’attrice Therese Anne
Savoy, molto nota negli anni ’70;
9) Il “bagno a chiappe selvagge”
fu realmente proposto da Carlo Silvestri, leader degli hippies
di Villa Fassini, dai microfoni di Radio Aut e realizzato sulla
spiaggia di Cinisi nell’agosto del 1977.
10) Schillirò ( il guardiaspalle di
Badalamenti), rappresenta Vito Palazzolo, il boss che venne
a dire a Luigi Impastato, giorni prima del suo viaggio in America
che Badalamenti voleva parlargli: Palazzolo è stato condannato
a 30 anni di carcere come uno dei mandanti dell’omicidio
di Peppino.
11) La scena in cui Peppino non da la mano
ai boss presenti ai funerali di suo padre è vera e procurò
molto scandalo a Cinisi;
12) La scena del litigio tra Peppino e suo
fratello Giovanni è suggestiva, ma non è mai accaduta;
13) La scena dell’occupazione della Radio
è vera, anche se ad occuparla non fu solo Peppino, ma
anche Salvo, Vito, Guido
14) Vera la scena di Peppino che accompagna
Salvo a casa sua e l’impressione interrogativa di Salvo
che aveva visto una macchina seguire Peppino;
15) Salvo non partecipò alle ricerche
di Peppino per problemi familiari; in ogni caso non avrebbe
potuto dire a Vito “Noi andiamo a Terrasini, voi a Cinisi”
e passare subito dopo dal luogo del delitto, che si trova vicino
a Cinisi.
16) Badalamenti fece realmente sapere a Felicia
Impastato che egli non c’entrava niente e che avrebbe
consegnato il colpevole alla famiglia, ma non lo ha mai fatto;
17) Il carabiniere venuto da Palermo per dirigere
le operazioni, è il tenente Subranni, uno dei principali
responsabili del depistaggio delle indagini.
18) Vero il rinvenimento di due cavi telefonici
dentro la macchina di Peppino: essi servivano per collegare
le casse dell’altoparlante e l’amplificatore per
i comizi;
19) L’episodio del ritrovamento delle
pietre sporche di sangue è vero e costituirè uno
dei motivi per il cambio di rotta delle indagini;
20) Il maresciallo Travali non intervenne ai
funerali di Peppino;
21) Il corteo di accompagnamento ai funerali
anche se non coreograficamente organizzato, come nel film, fu
molto partecipato e animato;
22) La Procura di Palermo ha riaperto le indagini
non di propria iniziativa, ma per il costante lavoro di denuncia
portato avanti dal Centro Siciliano di Documentazione “Giuseppe
Impastato”, dai compagni di Peppino e dalla sua famiglia;
Pubblicato su “Antimafia 2000”,
numero di febbraio 2002, pag. 43.
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